Visitare Vulcano, Eolie: le terme e il cratere
- Par Nature Source Chaude
- Pubblicato il
- Aggiornato il 23 Giugno 2025
traduzione in corso
Situato nel Mar Tirreno, a nord della Sicilia, l’arcipelago delle Eolie è composto da 7 isole, veri e propri paradisi per gli amanti della natura, delle escursioni e dell’avventura. Tuttavia, queste terre sono caratterizzate dalla presenza di vulcani più o meno attivi, all’origine di sorgenti termali, geyser e fumarole.
È il caso, in particolare, dell’isola di Vulcano, porta d’accesso all’arcipelago, che si è creata un’identità originale nel campo del termalismo grazie ai suoi bagni di fanghi sulfurei dalle immensi proprietà benefiche. I fanghi, le acque calde e le spettacolari fumarole dell’isola possono rendere il soggiorno più piacevole e arricchente.
Vulcano è senza dubbio in grado di riconciliare l’uomo moderno con le esigenze della vita quotidiana, offrendo pace, conforto e un’esperienza estremamente rigenerante.
INDICE:
Come arrivare sull'isola di Vulcano?
Come arrivare?
Per raggiungere Vulcano dalla Sicilia, è necessario prima recarsi a Milazzo. Se arrivate in treno, potete raggiungere il porto e la stazione marittima in 45 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria di Milazzo. Vi segnaliamo che esiste una linea di autobus regolare tra la stazione ferroviaria e il porto, con corse ogni ora. Sul sito web di Liberty Lines è possibile acquistare i biglietti anche in anticipo. La traversata dura circa 45 minuti (con l’aliscafo).
Come spostarsi sull'isola?
L’isola è così piccola che è possibile spostarsi a piedi. Le distanze non sono eccessive e si può attraversare l’isola da un capo all’altro in poco tempo. L’unico dislivello da affrontare è quello per raggiungere il Gran Cratere. Si tratta di una delle poche escursioni dell’isola.
Un'isola che ha fascino
Quando sono sbarcato a Vulcano, ho avuto la piacevole sensazione di essere arrivato alla fine del mondo. Non c’è che dire, l’aliscafo (il veloce battello della compagnia Liberty Lines) deposita i viaggiatori a sud dell’isola (a Porto di Levante), davanti all’imponente “Gran cratere della Fossa”. Spettacolari fumarole emettevano fumo vicino alla cima, suscitando lo stupore dei viaggiatori.
Ho avvertito anche un odore di zolfo, un po’ amaro ma sopportabile. Il porto emanava un’aria di pulizia, comfort e serena bellezza che mi ha immediatamente conquistato.
→ Proseguendo a sinistra, si arriva a Vulcano di Porto, un piccolo paese dalle linee rette e tranquille che conferiscono a questo luogo un certo fascino. Qui si trovano alcuni negozi e ristoranti e, poco più avanti, il sentiero che porta al Gran Cratere.
→ Proseguendo a destra, si incontra una graziosa strada acciottolata che corre tra due monticelli punteggiati da piacevoli sfumature gialle di zolfo. Questa strada conduce all’attrazione principale dell’isola: i bagni di fango, noti in Italia come “Pozza dei fanghi”. Da qui si può ammirare la magnifica Baia Levante.
Vulcano, bagni di fango
Dopo aver attraversato questa strada lastricata, arriverete ai bagni di fango di Vulcano. Il sito è circondato da una recinzione in legno e da una barriera di rocce che ne impediscono l’accesso. C’è un piccolo padiglione adibito all’accoglienza.
ℹ️ Informazioni e tariffe:
Le Terme di Vulcano sono gestite e curate dalla società Geoterme Vulcano S.R.L. (sito ufficiale).
Per accedere ai bagni di fango è necessario pagare 3 euro (il prezzo include l’accesso alla doccia per un adulto).
I bagni di fango sono nuovamente accessibili da giugno 2025.
Scoperta della pozza dei fanghi
Questa pozza di fango si trova vicino alla spiaggia delle Acque Calde. Queste due zone, insieme, costituiscono le Terme di Vulcano, dove bagnanti e curisti si incontrano a tutte le ore del giorno.
Queste terme sono gestite dalla società Geoterme Vulcano, che ne cura gli aspetti operativi da diversi anni. Tuttavia, dal marzo 2020, i bagni di fango sono chiusi. Era necessario creare uno stabilimento termale. La totale assenza di comfort, infatti, avrebbe potuto scoraggiare alcuni viaggiatori dal visitare l’isola.
Cinque anni dopo sono stati effettuati lavori di sterro, ma non è stato costruito alcun edificio. Per ragioni a me sconosciute, l’isola di Vulcano, che fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco, è stata privata della sua principale attrazione, i bagni di fango, per tutto questo tempo. Da giugno 2025 è nuovamente possibile godersi i bagni di fango.
Non appena sono arrivato davanti alla pozza di fango, sono stato colpito da questo odore così intenso di uovo marcio.
Di fronte, il mare erode incessantemente i piedi di una scarpata rocciosa, la cui sommità è coronata da rocce colorate. Per fortuna, però, il mare rimane a una certa distanza dalla pozza d’acqua fangosa. Non c’è quindi da temere i suoi vortici e le rapide correnti quando è agitato.
La fonte di questa sorgente termale si trova nel cuore di una zona sedimentaria.
Il perimetro dell’area è stato rafforzato con barriere di roccia. Un sentiero in legno costituisce un’ulteriore utile misura di sicurezza. Il bordo della vasca è straordinariamente morbido e uniforme, privo di ciottoli o sassi. Due pendii quasi impercettibili permettono anche ai bagnanti più maldestri di entrare senza difficoltà nella pozza fangosa.
La temperatura dell’acqua mescolata al fango è tiepida. Ma è calda, persino bollente, nei punti in cui fuoriescono vapore e gas dal terreno.
Questi gas salgono in superficie sotto forma di grandi bolle prima di esplodere. Osservare questo fenomeno è affascinante e rilassante. Ha lo stesso effetto di osservare le onde del mare.
Per contro, l’acqua è molto torbida e i bagni di fango sembrano poco invitanti. Chi vorrebbe immergersi in un brodo torbido?
Une boue thermale d'une grande valeur
L’eau est chargée de boue blanchâtre qui m’empêche de voir à travers, ce qui n’est pas rassurant.
En fait, cette eau laiteuse est opalescente et n’absorbe aucune longueur d’onde de la lumière. À l’instar du lait, elle n’absorbe ni ne laisse passer la lumière. Ces eaux se sont ainsi chargées de minuscules particules solides, appelées colloïdes, qui détournent la lumière. De plus, ces colloïdes, chargés négativement, se maintiennent dans l’eau en se repoussant mutuellement.
De par leur taille minuscule (moins de 0,002 millimètre), ces colloïdes sont en fait des argiles, souvent accompagnés de bactéries du sol et d’autres organismes vivants, tous chargés négativement. Cette population de bactéries est d’ailleurs adaptée aux conditions du milieu et spécifique au point d’émergence.
Cette eau boueuse et laiteuse est riche en métabolites, c’est-à-dire des produits issus d’une longue maturation. C’est donc un véritable bain de jouvence qui s’offre au baigneur : dans le même liquide, on trouve de l’argile colloïdale vivante, des sels minéraux, du gaz, des micro-organismes et bien plus encore.
La boue thermale, dont le baigneur s’enduit, est au contraire maintenue au fond de l’eau à cause de son poids. Elle n’est ni chargée négativement ni un colloïde. D’ailleurs, il est préférable de ne pas l’utiliser afin de ne pas perturber ce milieu vivant. Je vous explique pourquoi juste après.
L’immersion dans le bain permet déjà au corps d’entrer en interaction étroite avec cette richesse de la nature. On peut ainsi profiter pleinement des propriétés de ces colloïdes en suspension dans l’eau. Ces eaux boueuses contiennent des molécules organiques capables de franchir la barrière cutanée, mais uniquement lorsqu’elles sont humides.
Au contraire, si je m’enduis de boue et que je la laisse sécher hors de l’eau, il n’y a plus d’échanges avec la peau. Plus l’eau s’évapore, plus la boue devient dure et plus ses dépôts craquelés vont assécher et irriter la peau. D’ailleurs, la pâte d’argile que l’on laisse souvent sécher sur le visage est en réalité néfaste pour la peau.
De plus, cette boue vivante, riche en micro-organismes s’est parfaitement adaptée aux conditions de ce milieu (température de l’eau, pH, absence de lumière, minéraux, gaz, etc.). Si on la retire de l’eau, les conditions sont soudainement très différentes (lumière, oxygène, évaporation, etc.). Il est donc préférable de ne rien faire et se laisser porter par le bain : l’argile colloïdale (chargée négativement) sera attirée comme un aimant vers la peau (chargée positivement).
Enfin, cet argile, qu’elle soit colloïdale ou non, fait bien plus que de déposer passivement des substances dont le corps a besoin. Connaître sa composition ne suffit pas expliquer son action.
Notons également que cette mare d’eau boueuse est légèrement radioactive (comme de nombreuses sources minérales) et fortement sulfurée. Elle est donc très stimulante pour la peau, mais peut irriter certaines peaux sensibles. Il peut alors être judicieux d’y aller progressivement ou de limiter le temps passé dans l’eau (au moins la première fois). Une pancarte placée autour du bain donne quelques recommandations sanitaires.
Conseils pour le bain :
Le soufre peut s’imprégner durablement dans les vêtements. Certains textiles (serviette, maillot de bain, sous-vêtement) finiront éventuellement à la poubelle. Il peut également être utile de porter des sandales d’eau pour éviter de se brûler les pieds.
Vulcano, un bain de soufre aux multiples bienfaits
Les bassins de boue volcanique sont toujours le signe d’une présence de réserves de gaz cachées sous terre. Les nombreux suintements de vapeurs et de gaz visibles en surface en sont la preuve. De plus, l’odeur d’œuf pourri qui se dégage du site indique la présence d’une quantité importante de soufre sous forme de sulfure d’hydrogène (H₂S).
Pour mettre en évidence le caractère sulfureux du bain de boue, il suffit d’observer l’effet de ces eaux sur certains réactifs. Son aptitude à noircir les bijoux ou les bracelets en argent est particulièrement importante et devrait inciter à les retirer. Cela vaut également pour les objets en plomb, qui vont également se précipiter et prendre une teinte brune. Même les gaz qui flottent dans l’air ternissent ces réactifs.
Le bassin étant à découvert, les gaz peuvent néanmoins s’échapper librement, sans craindre de dénaturer l’eau laiteuse. L’influence du contact de l’air sur la dynamique d’une eau sulfureuse est énorme.
Ainsi, d’après une méta-analyse[1], des concentrations de 30 à 50 ppm de sulfure d’hydrogène ont été relevées dans l’air près du bassin de boue. Aucune autre source chaude en Italie, ni en France ne présente une concentration aussi élevée d‘H₂S. D’ailleurs, ce gaz a des propriétés curatives avérées dans les maladies des voies respiratoires (largement utilisé dans les stations thermales), les rhumatismes et les maladies de peau. Mais que dire de cette concentration hors norme?
Le bain de boue dégaze également une grande quantité de dioxyde de carbone (comme de nombreuses sources chaudes) dans l’air. Ce CO₂, bénéfique lorsqu’il est dissous dans l’eau, peut s’avérer toxique dans l’air lorsqu’il atteint une concentration élevée. Des pics mineurs inférieurs à 1000 ppm ont été enregistrés autour du bain de boue, ce qui n’est pas alarmant.
La concentration normale de CO₂ dans l’atmosphère est de 430 ppm. Notre intoxication quotidienne par notre propre CO₂ (liée à notre mode de vie) est bien plus importante et peut même atteindre 5000 ppm la nuit (soit pendant environ dix heures). Pour en savoir plus sur le sujet, je vous invite à lire le début de cet article : Nettoyer ses poumons avec des méthodes naturelles.
Toujours d’après la méta-analyse, d’autres gaz s’associent au sulfure d’hydrogène. Des centaines de ppm de méthane (CH₄) et d’hydrogène (H₂) ont été relevés.
Tous ces gaz (sulfure d’hydrogène, méthane et hydrogène) ont de puissantes propriétés curatives. Pour en savoir un peu plus, je vous invite à lire la fin de cet article : Nettoyer ses poumons avec des méthodes simples et naturelles.
Enfin, ces boues, caractéristiques des boues volcaniques, sont probablement composées d’une quantité importante de silice. La silice est indispensable pour les cartilages, les articulations, les os, la peau, etc. D’ailleurs, ce bain de boue donne souvent des résultats impressionnants dès le premier bain. Ce bain est aussi extrêmement riche en micro-organismes, sources de production de molécules organiques, d’enzymes, de vitamines, de molécules anti-inflammatoires, etc. Sans cette diversité en micro-organismes, les propriétés du bain de boue ne seraient plus les mêmes. Pour en savoir plus, je vous invite à lire l’article : “Le sol, couche de base et milieu vivant d’une source chaude”.
La Spaggia delle Acque Calde
À deux pas du bain de boue se trouve une plage (également connue sous le nom de plage des Fumerolles) qui n’est pas dénuée d’intérêt et où l’on peut se baigner dans une mer où l’eau est réchauffée par des jets de gaz.
D’ailleurs, il ne faut pas se fier à l’apparente monotonie de la mer. En effet, des gaz s’échappent vigoureusement du lit marin en divers endroits. Des bulles atteignent parfois une taille effrayante.
En ce mois de février, l’eau est encore froide et les fortes variations de température de la mer ne m’incitent pas à m’y baigner. Une première zone d’eau chaude, située à environ 20 mètres du bain de boue, est accessible par une échelle en bois.
Les gaz qui s’y échappent sont similaires à ceux du bain de boue, mais semblent réagir différemment avec l’eau de mer, en créant d’incroyables précipités blancs. Cette fois-ci, c’est la forte minéralisation de la mer qui provoque une floculation du soufre.
À quelques dizaines de mètres, une longue bande de sable noir très fin délimite l’accès à la mer. Une deuxième zone d’eau chaude est également accessible aux baigneurs.
Riferimento
Diliberto, I. S., Cangemi, M., Gagliano, A. L., Inguaggiato, S., Jacome Paz, M. P., Madonia, P., Mazot, A., Pedone, M. and Pisciotta, A. (2021) Volcanic Gas Hazard Assessment in the Baia di Levante Area (Vulcano Island, Italy) Inferred by Geochemical Investigation of Passive Fluid Degassing